Anche in tempi recenti le cronache giornalistiche attorno al lago di Garda testimoniano di eventi atmosferici eccezionali accaduti un po’ in tutti i luoghi della regione gardesana.
Tuttavia è scavando nelle pieghe della storia che, più spesso, ritroviamo quegli avvenimenti che hanno assunto addirittura il carattere di veri e propri prodigi soprannaturali e che, più facilmente, si radicavano nelle storie e nelle paure popolari quando la scienza faticava ancora a spiegarli e la superstizione prendeva il sopravvento nelle menti più semplici.
Ecco un viaggio a tappe, quindi, fra alcuni prodigi e disastri naturali di cui è possibile trovare cenni e approfondimenti storici nelle cronache di vari periodi e che hanno lasciato un’impronta nella storia e nella fantasia popolare collettiva della regione del lago di Garda.
La tromba marina del 1843, avvistata da Desenzano
Fra i documenti dell’Imperiale Reale Istituto Lombardo di Scienze, Lettere ed Arti si legge una lettera del signor Rizeni Pietro Calcinardi, da Desenzano del Garda, che racconta nel 1843 di una tromba marina sul lago di Garda avvenuta in concomitanza con un’eclissi:
“Il giorno otto dell’u.s. luglio, giorno appunto in cui l’anno passato avvenne la famosa eclissi di cui fu tenuto tanto discorso, si mostrò in sul lago di Garda un fenomeno meteorologico del pari sorprendente. Il tempo era sereno, allorché alle ore due dopo mezzogiorno incominciarono a comparire ammassi di nubi sopra il monte chiamato Baldo, le quali progredendo parte a semplici lelli, parte a cumoli, occuparono tutto quel tratto che guardando da Desenzano, corre la catena delle montagne da Garda a Riva; e le cose disposersi per fiero temporale. Non tardò a lampeggiare alcuna volta e presto fu acquazzone, di mezzo al quale pareva si fosse formata una maniera di pennacchio che discendesse in sul lago, le cui onde grandemente si agitarono per alcun poco, mostrando inclinazione ad alzarsi, e scorsi da tre minuti, tanto esso pennacchio s’abbassò, e tanto sul corrispondente punto le acque del lago si alzarono (ore tre e mezzo pomeridiane) da formare una corrente verticale, la quale parve fosse ad una distanza di circa sette miglia.”
Una montagna rovesciata nel lago
Nelle memorie di un anonimo fisico italiano, indirizzate al signor abate Gian Girolamo Carli, segretario perpetuo della Reale Accademia delle Scienze di Mantova, è riportato che nel 1456 “una montagna si rovesciò nel lago di Garda”. Citazione dello stesso episodio è presente nelle “istorie del mondo” di m. Giouanni Tarcagnota, che spiega che per lo stesso terremoto mancò il terreno sotto il lago di Garda, tanto che vi calò giù “un gran monte”.
Forse si trattava, come accennano alcune tradizioni popolari, di un pezzo del Monte Baldo come spiega quest’altro articolo del blog leggendedelgarda.com. In ogni caso sicuramente quell’episodio poté contribuire allo sviluppo delle leggende su città improvvisamente sommerse dal lago, vecchie storie popolari raccolte nel saggio “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda”.
Un alito capace di eccitare i fedeli
Nel suo “Trophonius seu de divinatione” pubblicato nel 1524, Leonico Tomeo (che, secondo i suoi contemporanei, credeva nelle manifestazioni fantastiche) racconta di un fatto eccezionale avvenuto presso un non determinato luogo sul lago di Garda, dell’area veronese, pochi anni prima della stesura dell’opera.
Per la precisione, si trattava di un alito che eccitava e turbava i fedeli entrati nientemeno che in una chiesa dedicata alla Madonna e situata nel veronese: egli spiega che tale corrente d’aria era capace di “far tremare le membra, e tentennare il capo, e spingere senza posa a saltare chiunque vi entrasse.”
Il fenomeno, però, si spense ben presto: venute a mancare (senza che fossero state identificate) le cause di quella “esalazione”, e “svaporatasi l’aria” non si verificò più. Alcuni addirittura dubitarono che tale manifestazione fosse legata a un vero fenomeno soprannaturale.
In ogni caso, parlando di santuari del Garda veronese, un indizio può essere legato al fatto che Leonico Tomeo studiò a Padova assieme a Girolamo Fracastoro: costui, medico e astrologo, non solo morì ad Affi ma fu soprattutto autore del poemetto mitologico Benacensia di cui si parla in “Fantastico Garda”.
Terremoti e meteore attorno al lago di Garda
Nel 1818 a Desenzano del Garda, il 25 dicembre, “si sentì nell’aria, a guisa di tuono, una meteora”. Quello stesso mese, il 9 dicembre, un terremoto era stato percepito a Verona.
Un terremoto storico è inoltre quello di un altro 25 dicembre, ma del 1222: definito “Terremoto di Brescia” (ma riportato, per esempio, anche negli “Annales Veronenses”) è considerato il terremoto più forte registrato in Lombardia. Così ne scrisse frate Salimbene de Adam nella sua “Chronica”:
“L’anno del Signore 1222 […] nel giorno della natività del nostro Signore Gesù Cristo ci fu un fortissimo terremoto nella città di Reggio, […] e questo terremoto fu per tutta la Lombardia e la Toscana. Fu chiamato terremoto di Brescia, perché qui ebbe più forza, tanto che i Bresciani usciti dalla città abitavano al di fuori nelle tende, in modo che gli edifici non crollassero sopra di loro. Molte case, torri, castelli dei Bresciani crollarono a causa di quel terremoto. I Bresciani si erano così abituati a quel terremoto che, quando la cima di qualche torre o casa cadeva, guardavano e ridevano clamorosamente.”
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