La ninfa Garda è uno dei personaggi centrali della mitologia benacense, quell’insieme di storie dal profilo mitico che, a partire dal Rinascimento, una serie di autori interessati alla cultura locale associarono al lago di Garda e alle figure evanescenti quali dèi e ninfe che, con la loro presenza, spiegavano la bellezza incantevole di questo luogo.
Il nome Garda richiama la parola germanica “warda”, che significa fortezza: e, soprattutto, riecheggia quella sensazione di protezione verso la regione benacense che proprio questa ninfa è in grado di evocare in tutti i contesti in cui, nel tempo, è stata citata.
È dunque alle leggende sulla ninfa Garda, e anche alle sue apparizioni in narrativa, che si rivolge questo approfondimento.
La ninfa Garda secondo Pietro Bembo in “Il Sarca”
Secondo Pietro Bembo, autore (anche se l’attribuzione non è del tutto certa) del poemetto “Il Sarca” datato 1517 che racconta il leggendario matrimonio tra Garda e Sarca che diede origine al lago di Garda, la ninfa Garda (secondo la traduzione di Augusto Goio) è una creatura dal “niveo collo”, con un “bel roseo volto” e “occhi belli”.
Così la descrive Bembo:
“ (…) Era di lin vestita,
parea la veste, di sua mano, Aracne
tessuta avesse, oppur Minerva istessa.”
(…)
(…) Ed una fascia
divide il sen dal grembo e un rallentato
velo costringe il turgidetto petto
dove dei seni rotondetti l’arco
la matura all’amor vergin rivela.”
Di lei nei versi seguenti Bembo rivela che aveva la bellezza che solo le dee nate nei boschi, negli stagni e nelle fonti hanno: la ninfa Garda sarebbe stata “degna sposa” di Giove o altro dio, tanto che al matrimonio si presenterà “fulgente”.
L’incantevole sposalizio tra Garda e Sarca, sulla scia del lavoro bembiano, è ricostruito nel libro “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda”, che è stato la fonte di ispirazione anche per il Matrimonio Elfico della Festa delle Fate di Garda, che si celebra ogni anno sul lago.
Bembo, tra l’altro, cita la ninfa Garda anche in un altro poemetto, dal titolo di “Benacus”: costei partecipa al grande banchetto organizzato dal padre Benaco, al quale sono invitati tutti i grandi fiumi d’Italia, nel quale assieme alla ninfa Saloque (lat.) intona il coro del canto di un’altra ninfa, Sirme (Sirmione).
Le leggende e la mitologia sulla ninfa Garda
Dopo Bembo, altri autori hanno raccontato nuovamente la storia di Garda senza mutarne le vicende salienti.
Benedetto Lenotti, nel suo “Leggende del Garda”, cerca di riavvicinare alla prosa la narrazione del matrimonio con Sarca, interpretandolo come una vera e propria favola.
Ma c’è anche chi ha raccontato una versione tutta propria: nel 1546 Giorgio Iodoci Bergani pubblica “Benacus”, un poemetto nel quale si racconta un’ulteriore leggenda, nella quale la ninfa Caride (Garda) sposa il figlio di Nettuno, Benaco, desiderato da molte delle ninfe del lago. Per celebrare il matrimonio viene imbandito un grande banchetto, al quale vengono invitate tutte le divinità, che a loro volta faranno doni preziosi che corrispondono ai prodotti del lago.
Anche nell’“Ercole Benacense” di Giuseppe Milio Voltolina c’è un’apparizione della ninfa: ovvero quando il protagonista Ercole (che dopo le 12 fatiche in quest’opera si ritrovò sul lago di Garda a compiere un’altra serie di atti prodigiosi) si fa narrare dalla ninfa amata Madorine le origini del lago e delle sue genti. Ella gli racconta della nascita della ninfa Bernice (generata da Venere e dal marito Vulcano) e del lago Benaco, che da quest’ultima avrebbe preso il nome. Benaco si sarebbe poi unito all’unica ninfa del lago capace di attirare la sua attenzione: ovvero a Trisnichia Gardo, figlia della driade più bella e del dio Menalio, che sarebbe diventata sposa del dio lacustre.
Lo stesso Voltolina, nella “Coltivazione degli Orti”, cita di nuovo la ninfa Gardo, forse per omaggiare la vicina (alla sua Salò) Gardone Riviera.
La ninfa Garda ha trovato spazio anche nel libro Fantastico Garda, l’unico bestiario del lago di Garda e del suo territorio, nel quale è possibile trovare anche una illustrazione che la omaggia.
La ninfa Garda nella Saga delle Streghe Quinti
Garda, in quanto ninfa del lago, ricopre un ruolo centrale nella Saga delle Streghe Quinti: è un’amica che affianca Brunella Quinti, la protagonista, in molti passaggi difficili, senza però mai poter intervenire in modo decisivo sul destino degli uomini e delle donne. Ma è anche uno dei personaggi chiave dell’intera genealogia di dèi che hanno legato il loro destino al lago.
La sua prima apparizione nella saga (e in generale in narrativa) risale al racconto “Di sangue in sangue”, pubblicato nell’antologia “Gardesaniana”, nel quale a essere protagonista è la madre di Brunella, Virginia:
«Virginia, mia cara».
L’odore delle onde fragorose del lago, con una nota algosa e pizzicante, si insinuò nella stanza di Dora.
Al richiamo della strega, la dea aveva risposto subito, in nome dell’amicizia che da sempre legava Garda e le streghe Quinti e di quella con le anguane, sue ambasciatrici. In tempi passati proprio questo legame aveva fatto cadere in disgrazia le anguane e le aveva rese creature mal tollerate, a volte addirittura esiliate dalle terre che loro amavano e abitavano da sempre.
Ma è nel romanzo “Il Sigillo di Sarca” che Garda diventa una figura rivelatrice dei fatti che l’inconsapevole Brunella dovrà affrontare per ripristinare l’equilibrio richiesto dal suo ruolo:
La bellissima ninfa Garda scruta Brunella con occhi languidi. Ha una figura sottile, evidenziata dalla lunga veste bianca che indossa. I lunghi capelli chiari e fluenti le accarezzano le spalle per poi scivolare verso il basso in ciocche pettinate con le dita. «Mi hai chiamata, con un potere che non sei nemmeno consapevole di possedere. Ma perché le candele, la pigna, l’acqua, il sasso? Pensavate davvero di mettervi in contatto con la regina Adelaide?» Garda scuote il capo perplessa.
Gli interventi e le apparizioni di Garda segneranno anche i due romanzi seguenti, “Le streghe del Monte Corno” e “La leggenda degli amanti del lago”, rendendola di fatto la protettrice dell’intera famiglia Quinti e dei destini anche della strega contemporanea Brunella.
Chissà se altri autori decideranno di omaggiare la ninfa Garda in narrativa in futuro.
La ninfa Garda dalla leggenda agli eventi: la Festa delle Fate
Nel mese di giugno, da ormai 16 edizioni, sul lago di Garda si svolge la Festa delle Fate: tre giorni dedicati all’incontro con un mondo di fate, creature magiche, energie dall’altrove, che incrociano anche il mondo delle leggende locali del lago di Garda.
Nel programma, assieme a spettacoli e intrattenimenti che accompagnano il mercatino magico, la gara cosplay, la psicomagia e il vasto spazio a espositori del mondo olistico e del benessere, dal 2012 ad avvincere i cuori degli innamorati è il Matrimonio Elfico, il rito dedicato a chi vuole scambiarsi una promessa d’amore secondo un rituale fantastico e commuovente.
Si tratta di un rito che è stato ispirato dal matrimonio da leggenda con il quale la ninfa Garda e il dio Sarca, sposandosi, danno origine al lago di Garda: un richiamo diretto a storie che ancora oggi sono evocate con emozione attorno al lago.
Quest’anno la Festa delle Fate tornerà dal 21 al 23 giugno a Garda (VR), il paese del lago che ha lo stesso nome della ninfa Garda.
Tra l’altro anche l’evento Notte di Fiaba di Riva del Garda nel 2023 ha voluto omaggiare questo personaggio mitologico con un evento dedicato dal titolo “Alla ricerca della ninfa Garda”.
Verità o leggenda?
Una figura di incommensurabile bellezza, che ha ispirato i letterati e anche gli animi sensibili di tutta la zona del lago: per essere nata come creatura da leggenda, la ninfa Garda ha lasciato un segno sulla regione gardesana.
Non si può negare che la forza e senso di protezione che emana siano una bellissima verità.
Simona Cremonini