LA SIBILLA DEL LAGO DI GARDA: LA PROFETESSA MANTO
di Simona Cremonini
Anche il lago di Garda ha la sua sibilla, la profetessa Manto, presente in più modi nella storia e nella mitologia gardesana.
Non stupisce che un territorio ricco di leggende come il lago abbia accolto anche un personaggio così significativo del pantheon di figure femminili dell’antichità, data l’importanza che il lago stesso esprimeva nei secoli passati.
Ma chi era Manto?
Suggestive leggende, raccontate in “Mincio Magico“, raccontano che Mantova fu fondata dall’indovina Manto che, dopo aver vagato per molti luoghi, si fermò sulle sponde del Mincio e piangendo la morte del padre (l’indovino Tiresia, vate di Tebe) formò con le proprie lacrime un lago su cui sarebbe sorta la città.
Manto nel De mulieribus claris di Giovanni Boccaccio (foto: Wikipedia)
Cosa ci indica che Manto fosse una sibilla?
La sibilla, per tradizione, era una profetessa sacra, un’indovina in grado di predire il futuro anche con sole allusioni e in modo ermetico.
La figura di Manto risulta sdoppiata nel mito, perché mentre la leggenda occidentale evidenzia il rapporto tra Manto e Mantova, il mito greco la porta in Ionia dove, con il dio Apollo, Manto generò il veggente Mopso. Ma prima di ciò Manto giunse a Delfi, dove fu la prima sibilla dell’oracolo.
Nelle Cronache Antiche di Mantova si sottolinea che Manto fu aggiunta, insieme ad altre indovine, alle dieci Sibille “ufficiali” (Persiana, Libica, Delfica, Italica, Eritrea, Samia, Cumana, Hellespontiaca, Frigia, Tiburtina) e detta Sibilla Tessala, dato che vaticinò ai greci l’incendio di Troia.
Come incontrò Manto il lago di Garda?
Ci sono alcune leggende che fanno riferimento alla presenza di Manto sul Garda o a un suo rapporto col lago. Sua nipote era la principessa Bardali, che sulla sponda e sulle colline orientali del lago coltivò le preziose uve rosse del Bardolino.
Ma è soprattutto la favola delle nozze tra il dio Sarca e la ninfa Garda (raccontata in “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda”) a sancire il ruolo di Manto come sibilla del lago di Garda: perché l’indovina, alla fine dello sposalizio, farà importanti predizioni sul futuro degli sposi e della loro genia.
In “Gardesaniana” è stato quindi naturale far vestire a Manto i panni della sibilla anche nella lotta tra i due gemelli Limone e Grineo, figli di Benaco, in quanto confidente del loro padre ma anche indovina di fiducia del loro nonno Nettuno.
Sulla scia delle vicende già narrate, ma non solo, Manto torna anche nel prologo del romanzo “Il Sigillo di Sarca“, primo capitolo ufficiale della Saga delle Streghe Quinti, nel quale Manto rivelerà un suo ulteriore e fondamentale ruolo nelle vicende mitologiche gardesane: sarà infatti un suo vaticinio ad annunciare alla dea Minerva che entro pochi anni gli antichi dèi cadranno nell’oblio, perché soppiantati da una Nuova Religione, e proprio per questo la dea proporrà a Quinzia di diventare strega facendo incarnare a lei e alle sue discendenti il ruolo di sue eredi umane.
Dalle vicende del primo romanzo, scaturiranno poi le altre avventure di Brunella, discendente di Quinzia, contenute nei due romanzi “Le streghe del Monte Corno” e “La leggenda degli amanti del lago“.