The Fairy Feller’s Master-Stroke è un’opera pittorica che ha avuto un’avventurosa storia di riscoperta ma anche un impatto non trascurabile sulla cultura contemporanea e, in particolare, sulla letteratura.
Una lunga serie di segnalazioni frammentarie e aneddoti curiosi, come ricostruisce il saggio “Eliminazione di un Quadro e del suo Soggetto“, ha accompagnato i tanti anni che vanno dal 1865 (anno in cui l’opera fu lasciata da Richard Dadd nel manicomio criminale di Bethlem) al 1973, anno in cui il quadro iniziò a essere esposto in modo stabile.
Rimandando al libro per gli approfondimenti sul dipinto e sul poemetto scritto da Dadd che ne ripercorre i contenuti, proposto per la prima volta in una traduzione italiana, in questo articolo voglio invece aggiungere una carrellata sulle opere e sugli autori e autrici che, al dipinto di Dadd, hanno fatto riferimento a partire dalla sua scoperta pubblica.
È dalla quantità di essi e dall’alto profilo che essi possiedono che si intuisce il ruolo significativo di The Fairy Feller’s Master-Stroke nell’immaginario in cui siamo immersi.
La storia del quadro The Fairy Feller’s Master-Stroke in breve
Il dipinto The Fairy Feller’s Master-Stroke di Richard Dadd venne realizzato mentre l’artista era ricoverato nel manicomio criminale di Bethlem a Londra.
Al centro della scena vi è il taglialegna o falegname delle fate che si prepara a colpire una castagna che dovrà costituire la scocca della nuova carrozza dei sovrani fatati (un riferimento all’opera shakespeariana): attorno alla regina Titania e al re Oberon vi è una serie di personaggi del piccolo popolo, dai tratti talvolta inquietanti, che attendono l’evento o che sono comunque intenti nelle loro occupazioni, in un’atmosfera conturbante e cupa.
Per molti anni l’opera rimase occultata alla critica e al pubblico, compreso il Movimento dei Preraffaelliti che, pur inconsapevoli della sua esistenza, in vari modi continuarono a dimostrare interesse e stima per Dadd e il suo lavoro.
Da quando il dipinto venne riscoperto, però, creatori e operatori culturali non rimasero indifferenti: e una quantità non trascurabile di opere e artisti, nel tempo, ha fatto un richiamo esplicito all’immaginario proposto da The Fairy Feller’s Master-Stroke.
The Fairy Feller’s Master-Stroke nella musica
L’esempio più famoso di legame tra la musica e l’opera di Richard Dadd The Fairy Feller’s Master-Strokeè sicuramente la quasi omonima canzone dei Queen, la cui nascita viene approfondita anche nel saggio “Eliminazione di un Quadro e del suo Soggetto”:
Tuttavia Freddie Mercury e la sua band non furono gli unici musicisti e performer a ispirarsi al quadro.
Nel 1991 la cover dell’album The Language of Thieves and Vagabonds del gruppo sleaze glam metal The Throbs riproduceva alcuni frammenti del dipinto.
Nel 2009 il cantante Euros Childs (noto per essere stato in precedenza il frontman della band Gorky’s Zygotic Mynci) nel suo quinto album da solista Son of Euro Child incluse nella tracklist un pezzo strumentale intitolato “The Fairy Feller’s Master-Stroke“ che si può ascoltare qui.
Inoltre nel 2012 nell’album Psalms For the Dead la band svedese di heavy metal Candlemass per la canzone “Dancing in the Temple” prese ispirazione proprio dal dipinto The Fairy Feller’s Master-Stroke di Richard Dadd, che il bassista Leif Edling aveva potuto ammirare alla Tate Gallery.
Il testo della canzone, immerso in un mondo fatato governato da un’ape regina pazza, recita:
Dancing in the temple of the mad queen bee
Deep in the cinnamon forest
She offers me crickets, she offers me tea
In the court of her enchanted palace
Asks me if I wanna stay
Sing with the trolls and the fays
Swim in her emerald lake
I’m dancing in the temple
Of the mad queen bee
A sip from the well
I am locked in a spell
Trapped in a grim fairytale
Endless the fun
I wish I had a gun
But I’m dancing forever, from room to room
We dance the fandango, we do menuet
Waltz in her shadow palais
Listen to the strings of a goblin quartet
See the magic ballet
Asks me if I wanna stay
Sing with the trolls and the fays
Swim in her emerald lake
I’m dancing in the temple
Of the mad queen bee
I’m dancing in the temple
Of the mad queen bee
mentre il video della canzone è il seguente:
The Fairy Feller’s Master-Stroke nei romanzi e in forma narrativa
I vividi e conturbanti profili dei personaggi di The Fairy Feller’s Master-Stroke di Richard Dadd sono stati ripresi anche in una serie di romanzi e altre forme narrative, solo in parte tradotti in italiano.
L’esempio più esplicito viene da Angela Carter, autrice poliedrica che oltre a numerosi romanzi scrisse anche quattro radiodrammi per la BBC. Sfruttando gli incantesimi degli effetti sonori, accompagnò gli ascoltatori con quattro storie fra le quali (insieme a “La compagnia di lupi”, “Vampirella” e “Il gatto con gli stivali”) figura anche “Venite su queste sabbie d’oro”, titolo scelto anche per l’omonimo volume pubblicato in Italia da Rizzoli che riprende quello di un altro famoso quadro di Richard Dadd.
Nel radiodramma, trasmesso per la prima volta in radio il 28 marzo 1979, la narrazione ripercorre la vita e i quadri di Dadd, con i vari personaggi da lui ritratti che intervengono a modo loro così com’erano stati rappresentati e lo stesso pittore ricostruisce i momenti salienti della sua carriera, fra cui anche il viaggio in Egitto che aggravò la sua malattia mentale fino al tragico epilogo.
È del 2003 una delle opere più note in cui appaiono il quadro The Fairy Feller’s Master-Stroke e i suoi personaggi: si tratta di The Wee Free Men del maestro del fantasy Terry Pratchett (il romanzo è stato tradotto in Italia con il titolo “L’intrepida Tiffany e i piccoli uomini liberi”), storia della giovane aspirante strega Tiffany che per salvare il fratellino si troverà, in particolare nel capitolo “Colpo da maestro”, a doversi confrontare con le oscure figure inserite da Richard Dadd nel dipinto:
Sopra una roccia piatta vide un uomo che con un martello rompeva noci grandi la metà di lei. Ad ammirare lo spettacolo si era radunata molta gente. Tiffany aveva pensato alla parola “gente” perché non aveva trovato nient’altro di meglio; per estenderla a tutta la… gente, bisognava prenderla in senso lato.
Tanto per cominciare erano tutti di altezze diverse. C’erano uomini più alti di lei, sempre tenendo conto però che tutti erano più bassi dell’erba. Altri, invece, erano minuscoli. Alcuni avevano una faccia che non avresti voluto guardare due volte; altri avevano una faccia che non avresti voluto guardare nemmeno una volta.
Fra l’altro nel romanzo di Pratchett si fa cenno all’uso di una pietra forata naturale, come spiegato qui.
Il quadro The Fairy Feller’s Master-Stroke è inoltre citato e descritto nel romanzo del 2005 “La ragazza nello specchio verde” (titolo originale: “The Girl in the Green Glass Mirror”) dell’autrice inglese Elisabeth McGregor, nel quale la storia dei protagonisti ruota attorno a un misterioso quadro di Richard Dadd, che figura come personaggio in alcuni flashback.
Nel 2019 è invece l’autrice Michelle Paver a fare implicito riferimento a Richard Dadd e al suo immaginario in un altro romanzo: si tratta di “I demoni di Wakenhyrst” (titolo originale “Wakenhyrst”) edito in Italia da Neri Pozza. Ambientato in un misterioso maniero nel Suffolk perlopiù attorno ai primi del Novecento, il libro narra la contorta vicenda di un omicidio, dopo il quale l’assassino fu internato in manicomio e passò il resto della vita a realizzare inquietanti quadri, ispirandosi di fatto alle vicende reali di Richard Dadd e, per quanto riguarda le opere del protagonista del libro, fra i suoi dipinti in particolare a The Fairy Feller’s Master-Stroke.
Anche in questo romanzo, fra l’altro, vi è più di un riferimento all’uso delle pietre forate, come ricostruito in questo articolo.
A coinvolgere Richard Dadd e i personaggi ritratti in The Fairy Feller’s Master-Stroke vi è anche il V volume di La lega degli straordinari gentlemen di Alan Moore e Kevin O’ Neill (titolo originale The League of Extraordinary Gentlemen). È lo stesso Richard Dadd a raccontare la sua storia, da quello che definisce un “Paese delle Meraviglie da incubo”, nel quale dopo essere stato trasformato in uno dei conturbanti esserini al centro del suo quadro porta il lettore alla scoperta della sua storia e delle vicende che, dal viaggio in Egitto in poi, lo avrebbero portato al manicomio e alla realizzazione del quadro.
Infine, sul fronte letterario Richard Dadd è anche uno dei personaggi chiave di entrambi i romanzi “Il Pittore delle Fate” e “La Pittrice delle Fate”: alla fine di quest’ultimo, inoltre, un capitolo è dedicato nello specifico ai momenti finali del suo lavoro su The Fairy Feller’s Master-Stroke, quadro che con i suoi minuziosi dettagli è strettamente legato a tutta la storia raccontata nel romanzo.
…
Verità o leggenda?
Il fatto che tanti artisti e scrittori abbiano ripreso elementi dal quadro The Fairy Feller’s Master-Stroke e dalla storia personale di Richard Dadd ci fa intuire quanta influenza abbiano avuto il quadro e il suo autore sulla cultura contemporanea.
Il fascino che esercita questo dipinto assieme all’inquietudine che trasudano le creature che lo popolano hanno avuto un profondo impatto, che oggi si può ritrovare di opera in opera: chissà che nuovi spunti per ulteriori creazioni non possano arrivare anche in futuro, magari anche grazie alla traduzione in italiano del poemetto Eliminazione di un Quadro e del suo Soggetto, che ho così voluto rendere più accessibile.
Simona Cremonini