Il Monte Baldo è un luogo prediletto dalle fate.
L’alta montagna veronese, spesso paragonata a un gigante e personificata come tale anche nella mitologia locale (come illustrato dal bestiario “Fantastico Garda“), è luogo in cui si raccontava che in passato – o forse ancora oggi – vivesse una particolare stirpe di fate identificate anche come entità luminose: esse erano chiamate Lusuri, termine che può essere usato sia al maschile sia al femminile, anche perché non hanno aspetto antropomorfo.
Secondo i racconti che si sono accavallati nel tempo, i o le Lusuri (o “Lucine”, secondo qualcuno) potevano apparire come piccole luci, della grandezza di una lucciola, oppure come sfere luminose “grandi come mastelli” che potevano variare di ampiezza e di colore, presentandosi bianche o di altre sfumature, in particolare verdi, rosse, azzurrine o giallo chiaro.
Un po’ come gli Omini che vivevano nel Garda veronese (anch’essi descritti nel bestiario “Fantastico Garda“), anche i Lusuri muovendosi nell’aria avevano un comportamento imprevedibile: potevano spostarsi dolcemente, in modo lento, oppure con velocità sfrenata. Li si poteva osservare specialmente all’interno dei boschi, perché tendevano a rimanere lontani dalle strade, solo raramente illuminando il cammino di qualche essere umano ritenuto degno di attenzione.
Da cosa erano originati i Lusuri?
Secondo la tradizione popolare, si trattava di entità fatate che il Concilio di Trento aveva confinato lì sul Monte Baldo. Per alcuni era stata questa condanna da parte della Chiesa a far sì che fossero trasformate in Lusuri, mentre in altre versioni essi in quel momento avevano scelto questa nuova forma di loro volontà.
Qualcuno collega i Lusuri, in quanto sorta di globi illuminati, a quelli che sono noti come oggetti volanti non identificati, ovvero gli Ufo, cavalcando una ricca letteratura secondo la quale gli odierni rapimenti degli Ufo non sarebbero altro che rapimenti a opera delle fate o viceversa, il che spiegherebbe perché i rapimenti extraterrestri sono documentati solo in tempi recenti e non in epoche antiche.
Chi poteva vedere i Lusuri e avere a che fare con loro?
L’opinione comune era che gli stessi Lusuri scegliessero da chi farsi vedere. Spesso essi amavano avere a che fare con gli esseri umani ritenuti interessanti, perché questi ultimi erano particolarmente buffi, divertenti, maldestri o in ogni caso fuori dai soliti schemi sociali.
I Lusuri amavano assistere alle imprese e attività umane e, quando si divertivano, si poteva notare che le luci si muovevano in modo frenetico, come se fossero scossi dalle risate. Si lasciavano, inoltre, più facilmente vedere dagli animi sensibili, a cui tornavano più volte a fare visita, portando felicità e fortuna.
In ogni caso, come avviene spesso nel rapporto tra esseri fatati e umani, i Lusuri amavano dare delle ricompense e in qualche caso difendevano i loro amici umani da lupi e animali pericolosi. Erano anche molto burloni e capitava che facessero degli scherzi ai loro umani preferiti o agli estranei.
Racconti e aneddoti sui Lusuri
Da molti considerati delle specie di “fuochi fatui”, i Lusuri sembrano invece essere molto più definiti: qualcuno afferma di averli visti spesso attraversare fulmineamente il campo visivo per sparire in un attimo. Si spostano diritti, senza curvare o zigzagare, senza farsi prendere. Un impiegato di Negrar, Maurizio, ha riferito di vederne spesso la sera tornando a casa.
Una ragazza dell’altopiano del Grappa ricorda che di queste “luci” parlavano le vecchie del suo paese, ma sono passati troppi anni per rammentare dei dettagli. Una signora di Trieste, Lucia, ha raccontato che uno dei Lusuri l’ha aiutata a guarire una pianta dai pidocchi.
I Lusuri e i Lumini a San Zeno di Montagna
Riguardo ai Lusuri attorno al lago di Garda, una signora di San Zeno di Montagna, alcuni decenni fa, successe una volta di lasciare una tinozza accanto a un ruscello nei pressi di casa: come oggi spiega la nipote, in seguito raccontò che la sera, quando andò a riprenderla, tre Lusuri grandi come la tinozza stessa si rincorrevano lì attorno, come ad attenderla perché li facesse in qualche modo “giocare”. Quando la donna si fece il segno della croce, i Lusuri filarono via così velocemente come erano venuti, probabilmente in ricordo della condanna subita diversi secoli fa dalla Chiesa.
È curioso, in proposito, che proprio a San Zeno di Montagna esista una frazione chiamata Lumini dove, secondo una tradizione locale, il nome sarebbe collegato ad antichi falò con i quali i residenti avrebbero tenuto lontani i lupi, nonché agli spiriti vaganti che in quell’occasione che avrebbero difeso il paese, apparendo agli abitanti come piccoli lumi, ovvero lumini.
Verità o leggenda? Chissà se qualcuno è mai riuscito a fotografare i Lusuri e a “provare” che si tratti di creature reali… Per ora non resta che affidarsi al fondo di verità che c’è sempre nelle leggende.
Di certo, però, i Lusuri non avranno perso occasione di guardare ai piedi del Baldo, nelle notti attorno al Solstizio d’Estate, quando prende vita la Festa delle Fate, l’appuntamento con il mondo del piccolo popolo che si ritrova a Garda, la città che ha il nome del lago, per alcuni giorni di gioia e magia.
L’appuntamento con la Festa delle Fate nel 2020 si terrà il 20 e 21 giugno (sabato e domenica) con una nuova formula, studiata per celebrare questo momento nonostante l’emergenza Covid-2019 e nel rispetto delle necessarie regole. Perciò questo articolo è anche una dedica e un pensiero a Marzia Campagnari e a tutti gli amici che sono impegnati nell’organizzazione e nell’animazione dell’evento, con cui ci rivedremo quest’anno a Garda… per una festa ancora più magica.
A chi ha letto questo articolo, chiedo di lasciare un “Mi piace” alla pagina Facebook La Festa delle Fate – pagina ufficiale e di guardare il programma sul sito www.lafestadellefate.it, con la speranza di incontrarvi all’evento nelle prossime settimane!
Buona magia!