Le leggende locali del lago di Garda trasformano le magiche creature che vivono attorno alle sue acque in personaggi usciti dalle antiche mitologie italiche: fauni, satiri, ninfe, fate che vivono in altri elementi che non siano le acque, ma soprattutto gli dèi e le dee e i loro figli, nati dalla loro unione o dall’unione con esseri umani.
Giove, Marte, Eolo, Nettuno, Minerva sono solo alcune delle figure delle religioni classiche, di diretta derivazione romana, che trovano sul lago di Garda un luogo dove ottenere rifugio e ristoro e, in alcuni casi, addirittura assicurarsi una discendenza locale.
Infatti il lago di Garda è anche, e questo lo rende unico in Italia, un luogo dove esiste una vera e propria mitologia locale, che ha origine dalle divinità che arrivano dalla mitologia romana ma soprattutto da dèi e dee che proprio qui nascono e vivono le loro eccezionali vicende e che sono legati alle forme geografiche del territorio.
Ogni insenatura, ogni città, ogni attività che disegna la realtà stessa del lago, come anche i suoi frutti e i suoi prodotti tipici, è associata a un dio o a una dea: come ha esplorato il “bestiario” del lago “Fantastico Garda”, ci sono le ninfe, i cui nomi hanno un rapporto diretto con i luoghi del territorio, ma c’è anche una vera e propria famiglia di dèi gardesani che devono la loro origine proprio a uno di questi grandi dèi romani, Nettuno. È lui il genitore di quello che sarà il grande dio locale, Benàco, la cui derivazione dalla romanità nella Saga delle Streghe Quinti è sottolineata dalla accentatura a ricalco di quella classica, indicata anche da Dante (per saperne di più sul grande dilemma che attanaglia persone comuni e studiosi, ovvero se si debba pronunciare “Bénaco” o “Benàco”, c’è un passaggio fondamentale nel saggio “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda”).
Per i suoi comportamenti amorosi Benàco è, nelle leggende del lago, una sorta di corrispondente del suo famoso zio e padre degli dèi, Zeus: in ogni golfo, su ogni collina prospiciente il lago, sulle isolette, Benàco ogni volta si abbandona all’amore per figure sempre diverse, che possono essere ninfe, donne, napee (le fate dei prati), e il risultato è sempre quello di concepire un’ulteriore ninfa o fanciulla o fanciullo, o in qualche caso addirittura semidio, come i gemelli Limone e Grineo, la cui avventura è rinarrata con dovizia di particolari tra i racconti di “Gardesaniana”.
Il passare dalla raccolta delle frammentarie – ma numerose – leggende sul dio Benàco e sugli altri personaggi mitologici attorno al lago al vero e proprio racconto, con un innesto di invenzione e di risistemazione logica dei personaggi e delle loro avventure, consente nella Saga delle Streghe Quinti di dare una vera e propria collocazione a ognuna delle figure, legando ciascuna di esse alla forma geografica con cui è identificata e definendone la capacità di allontanarsi o meno dai luoghi a cui essa è legata. In due parole, nella Saga gli dèi finalmente acquisiscono una vera personalità quali Immanenti o Trascendenti.
Il rapporto tra gli dèi e le forme geografiche: Immanenza e Trascendenza nella Saga delle Streghe Quinti
La rielaborazione di leggende locali per creare un unico scenario su cui far muovere i personaggi, perché il lettore possa avere riferimenti certi a cui affidarsi per seguire la storia, porta nella Saga delle Streghe Quinti a definire anche la personalità dei singoli dèi e personaggi fantastici. Dar loro caratteristiche precise, emozioni, ma soprattutto fare in modo che abbiano degli obiettivi per la loro esistenza (come quelli umani, del resto) serve a dare forza e coerenza alla trama.
Proprio per questo motivo anche al loro possibile raggio d’azione viene data una definizione precisa. Gli dèi possono essere Immanenti o Trascendenti, oppure conservare poteri di entrambi i tipi, specificando però che chi possiede potere Immanente (ovvero possiede una forma geografica nel mondo che lo rappresenta) andrà perdendo il proprio potere sul mondo reale via via allontanandosi da tale forma geografica.
A spiegarlo è proprio una di essi, la ninfa Garda, che ha la necessità di far capire a Brunella la sua storia perché la ragazzina possa essere pronta a fare ciò che serve e ad affrontare quello che diventerà il suo incantesimo più potente, “Il Sigillo di Sarca”. Nel romanzo omonimo c’è un passaggio fondamentale pronunciato proprio dalla ninfa:
«La mia storia è anche questo… è una lotta per un potere grandissimo, che parte dal nostro trascendente, in cui gli dèi sono spirito e non hanno limiti di tempo e spazio ma pochi poteri per poter modificare la materia, fino al potere immanente di essere presenti con una propria manifestazione fisica nel vostro mondo: un fiume, una roccia, un lago… a me è toccata la possibilità di essere sia immanente sia trascendente, e di avere poteri sul vostro mondo maggiori rispetto a quelli che hanno molti altri. A mio padre, Benàco, è assegnata una grande forza trascendente, a mio marito Sarca un ascendente sia immanente sia trascendente, che però… è limitato dallo scorrere circoscritto del suo fiume. Sì» aggiunge Garda per spiegarle meglio «perché il potere immanente, quello nel vostro mondo, può essere esercitato facilmente solo attorno alla propria forma fisica e più difficilmente mano a mano che ci si allontana da essa. E così, nella guerra tra dèi, il mio sposo sta tentando di ottenere dell’altro».
Definire i poteri che hanno le divinità è stato indispensabile per dar corpo alla storia e ha aperto l’opportunità di rendere la Saga delle Streghe Quinti ancora più solida da un punto di vista narrativo.
Per una definizione di “Trascendente” e “Immanente” ci si può affidare anche ai sinonimi riportati qui sotto:
Trascendente: Divino, Soprannaturale, Trascendentale, Metafisico, Celeste, Sovrumano, Soprasensibile, Impercettibile.
Immanente: Terreno, Materiale, Fisico, Reale, Tangibile, Umano, Naturale, Sensibile, Concreto, Percepibile.
Un’anteprima della vera e propria Genealogia degli dèi del lago di Garda (così come ricostruita per la Saga delle Streghe Quinti) è presente sul sito anche a questo link.
Verità o leggenda? Per buona parte la genealogia della “Saga delle Streghe Quinti” si basa su reali leggende del lago di Garda.